Crisi di Impresa

Lo Studio Ronconi & Partners è specializzato in diverse discipline: consulenza fiscale e tributaria, controllo di gestione, antiriciclaggio, crisi di impresa e ristrutturazione del debito. Lavora da anni in questi ultimi settori, studiando e prevenendo le cause di dissesto aziendale. Esperienze dirette e trasversali, caratterizzano la professionalità dello staff dello Studio che fornisce un’assistenza e un supporto operativo concreto per gestire l’insolvenza e la crisi di impresa. Dopo un’attenta analisi delle imprese, sono proposte soluzioni integrate alle esigenze proprie delle varie attività. Lo Studio è sempre al fianco delle aziende per aiutarle nel percorso di adeguamento alla nuova normativa relativa all’insolvenza e alla crisi. Propone un approccio proattivo che permette un’adozione di pratiche ed interventi efficaci ed efficienti.

Codice della crisi di impresa

Il Decreto Legislativo 12/1/19 n°14, emanato in attuazione della legge 19/10/2017, ha introdotto il Codice della Crisi di Impresa e dell’Insolvenza. Si tratta di una complessa riforma organica della disciplina inerente alle procedure concorsuali. L’entrata in vigore dell’impianto normativo effettivo è datata 1° settembre 2021, anche se parte delle norme sono destinate ad entrare in vigori dal 1° gennaio 2023.

Diverse le finalità perseguite dal legislatore:

  • riorganizzazione della disciplina relativa alla crisi d’impresa e all’insolvenza
  • sostituzione dell’attuale Legge Fallimentare
  • imposizione a tutti gli imprenditori di adottare misure ed assetto organizzativo in grado di rilevare tempestivamente le situazioni di crisi
  • imposizione alle aziende di adottare tempestivamente le opportune iniziative per contrastare e/o impedire la crisi d’impresa
  • salvaguardare la continuità aziendale (possibile avviando sin da subito il processo di ristrutturazione nelle primissime fasi di inizio crisi)

L’obiettivo del legislatore è quello di puntare, anzitutto, ad una logica di prevenzione. Sono quindi previste delle specifiche procedure di allerta che servono ad intercettare rapidamente le eventuali situazioni di crisi di impresa. Applicando determinati interventi correttivi è così possibile salvaguardare la continuità aziendale. Affinché sia possibile, il legislatore ha attribuito un compito attivo di controllo e verifica rafforzato agli organi preposti alla vigilanza.

La normativa, adesso, disciplina ogni situazione di crisi di impresa e di insolvenza del debitore (consumatore, professionista o imprenditore). Sono rimasti esclusi dalla modifica della legge: Stato, enti pubblici, soggetti sottoposti a leggi speciali in materia di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi e liquidazione coatta amministrativa.

Crisi di impresa e composizione negoziata

Il Decreto Legislativo n°118/2021 ha introdotto un’ulteriore novità, in materia di crisi di impresa e ristrutturazione del debito. Si tratta della composizione negoziata. Lo scopo è quello di trovare, velocemente, la migliore soluzione possibile alla crisi. Uno strumento che le aziende possono utilizzare per la ristrutturazione o il risanamento aziendale e per accedere, in modo agevolato, a procedure alternative al fallimento. Lo strumento della composizione negoziata prevede l’intervento di una figura fondamentale: “l’esperto”. Si tratta di un soggetto, a cui è conferito l’incarico, da parte dell’imprenditore e dell’azienda, di individuare, nel minor tempo possibile, una soluzione utile al superamento della crisi di impresa. In altre parole, l’esperto, come ad esempio lo Studio Ronconi & Partners, ha il compito di determinare tutte le operazioni necessarie da attuare per risanare velocemente lo squilibrio economico-finanziario dell’impresa.

Composizione negoziata: il ruolo dell’esperto

Attraverso l’intervento di un esperto, l’azienda può affrontare una crisi di impresa nel migliore dei modi. I compiti dell’esperto sono:

  • agevolare le trattative tra imprenditore e creditori
  • individuare una o più soluzioni utili al risanamento aziendale
  • valutare l’esistenza di concrete prospettive di risanamento
  • incontrare le parti coinvolte per prospettare possibili strategie di intervento
  • fissare incontri a cadenza periodica con l’imprenditore per controllare lo stato di risanamento aziendale
  • in caso di mancata rilevazione di concrete prospettive di risanamento, informare l’imprenditore e il segretario generale della Camera di Commercio, per l’archiviazione della pratica di composizione negoziata
  • fornire una relazione sull’attività svolta
  • redigere una relazione sui comportamenti tenuti dalle parti
  • stilare un elenco dei risultati ottenuti

La durata dell’incarico di composizione negoziata varia a seconda del caso e della relativa crisi di impresa. Di norma, l’incarico è ritenuto concluso quando, a distanza di 180 giorni dall’accettazione della nomina, non è individuata alcuna soluzione. Quindi, quando e se non vi fosse nessuna possibilità di risanare il debito e porre fine alla crisi di impresa, l’incarico dell’espero è considerato concluso.

Ristrutturazione del debito e crisi d’impresa: la nomina dell’esperto

La procedura di composizione negoziata e la relativa nomina dell’esperto, inizia su richiesta dell’imprenditore stesso. L’esperto deve essere in possesso di determinati requisiti, per assolvere correttamente al proprio incarico. I requisiti sono previsti dall’articolo 2399 del codice civile. Primo fra tutti, l’esperto non deve essere legato in alcun modo all’impresa per la quale accetta il ruolo nella composizione negoziata. Non devono esserci rapporti, di natura personale o professionale, né con l’imprenditore, né con terze parti.

Inoltre l’esperto non può aver prestato attività di lavoro subordinato, o autonomo, negli ultimi cinque anni, a favore dell’imprenditore. Infine non può essere stato membro degli organi di amministrazione, o controllo dell’impresa oggetto della “procedura“.

Crisi di impresa: insolvenza e sovraindebitamento

Con la nuova normativa sono state individuate tre diverse casistiche:

    • Crisi d’impresa – si manifesta con inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far fronte regolarmente alle obbligazioni pianificate. Si tratta di una situazione di squilibrio economico-finanziario che rende molto probabile arrivare alla fase successiva di insolvenza.
    • Insolvenza – in questo caso il debitore risulta inadempiente e non ha la capacità di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni.
    • Sovraindebitamento – ultimo stadio della crisi d’impresa in cui lo stato di crisi o di insolvenza del consumatore, del professionista, dell’imprenditore minore, dell’imprenditore agricolo e delle start up innovative, è palese in ogni procedura, atto o attività.

Indicatori di allerta crisi d’impresa

La nuova normativa in materia di crisi d’impresa ha introdotto specifici indicatori di allerta crisi. Strumenti che l’imprenditore deve utilizzare per segnalare tempestivamente agli organi di controllo eventuali situazioni di crisi. Tra questi ricordiamo, come esempio, l’istituzione di un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa. L’imprenditore deve altresì attivarsi tempestivamente e adottare le corrette soluzioni previste dall’ordinamento. È onere dell’azienda, e diretta responsabilità degli amministratori, segnalare l’esistenza di fondati indizi della crisi. Per attuare queste procedure e ridurre al minimo le probabilità di andare incontro ad una vera e propria crisi d’impresa, è possibile rivolgersi allo Studio Ronconi & Partners, per trovare un giusto supporto in ogni fase dell’eventuale crisi.

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